TAC, TAC, TAC.
TAC, TAC, TAC.

TAC, TAC, TAC.

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Milano. Oggi la metro mi va stretta.

Esco.

Imbocco a piedi il Corso, tra migliaia di persone come tante formiche, con la loro voglia di industriarsi per rincorrere piccoli e grandi sogni.

Lei mi sorride da una vetrina.

Mi guardo in giro e mi accorgo di non aver mai notato che il Corso e’ diverso dagli altri in citta’: è disseminato di orologi.

Ogni cento metri se ne trova uno,

…TAC, TAC, TAC.

Mi ritrovo circondato da meccanismi che scandiscono all’unisono il mio Tempo, quasi per obbligarmi a rispettare il loro: disagio è ciò che provo.

…TAC, TAC, TAC.  

Di colpo ho ben oltre Mezzo Secolo e non so bene che fare:

passa il Tempo,

vola il Tempo,

inesorabile il Tempo, a tal punto che anche a rincorrerlo non potrei mai raggiungerlo.

Questo Tempo dannato che mi porta sulle sue spalle con una leggerezza inaudita è diventato il naturale metro di misurazione di tutte le cose,

…TAC, TAC, TAC.

Velocità: “grandezza fisica che esprime il rapporto tra lo spazio percorso da un corpo e il Tempo che esso impiega a percorrerlo”.

Questa vecchia definizione studiata ai tempi del Liceo mi martella la mente; oggi esser veloci conta quasi quanto l’esser bravi, o di più? Guadagnare Tempo; come? Aumentando la velocità!

E allora corro a perdifiato senza fermarmi un solo momento a vedere cosa mi sta così velocemente scorrendo intorno; arrivo….e intanto ho perso angoli, immagini, momenti…

Qual’è la mia ricchezza?

…TAC, TAC, TAC.

Chi si ferma è perduto! Già, ma non perchè non ha visto la strada che ha percorso, bensì perchè lo travolgono gli altri da dietro, e inevitabilmente lo calpestano perchè ha voluto fermarsi, volendo godere della magia di un momento particolare . Rimpianto è ciò che provo.

Partecipo ad una corsa verso non so cosa, ma che ha l’odore acre della mediocrità – come tutte le cose fatte in fretta.

Quasi senza rendermene conto sento che sto letteralmente volando verso la speranza che un nuovo inizio possa farmi fare una pausa; finalmente potrò vedere le cose con maggior lucidità.

La rincorsa verso il nuovo l’ho dovuta prendere già da molto tempo, con la paura di perdere il treno al momento del salto, con l’incoscienza di chi deve, come se non ci fosse un domani.

Questa fretta di voltar pagina, di guardare ad una data con la speranza che una tal finzione mi dia nuovo slancio, magari per dare ordine al Tempo che scorre, mi fa sentire prigioniero di una illusione che non ho contribuito a creare ma alla quale devo sottostare se non voglio sentirmi solo;

…TAC, TAC, TAC.

Vola questo incontrollabile Tempo, unico eterno testimone dei miei pensieri e dei miei sogni, nemico ed amico, tiranno e benefattore.

Ed io con lui, desideroso più che mai di vedere come andrà a finire.

Massimiliano 

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