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Come trattare gli altri e farseli amici nell’era digitale – Dale Carnegie

Come trattare gli altri e farseli amici nell’era digitale – Dale Carnegie

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“Come trattare gli altri e farseli amici nell’era digitale” è il pronipote del fortunato libro del 1936, ovviamente senza l’era digitale.

E’ bello vedere come gli eredi di Carnegie abbiano centrato in pieno l’argomento pensando di creare un vero e proprio manuale per tutti gli utenti dei social network, cercando di insegnare i principi e i valori che Carnegie insegnava all’inizio del secolo scorso.

Costruire relazioni è un’arte, oggi fondamentale sia nelle amicizie che nel lavoro, ma troppo spesso si fa un uso improprio dei social network.

Il libro è incentrato principalmente su Facebook e Twitter, ma gli stessi principi si possono applicare tranquillamente a qualunque altro social.

Esistono delle leggi per comunicare tra le persone che sono senza tempo e restano valide con qualunque strumento si voglia comunicare.

Niente è meglio di un sorriso e di una stretta di mano, ma oggi non possiamo davvero più far finta che il mondo sia un po’ più piccolo grazie all’avvento di internet e dei social network.

Purtroppo questo comporta, vista la natura uman, anche una varietà di comportamenti che seguono il detto:” Il Mondo è bello perché è vario”.

Peccato che senza alcune regole di convivenza le cose si complicherebbero parecchio.

Gli strumenti digitali sono in grado di amplificare velocemente il potere delle persone.
Pubblicità, leadership, vendita, marketing, gossip, haters, buonisti, alternativi, e chi più ne ha più ne metta.

Usare il web con padronanza aiuta a creare un’immagine positiva, aumentare i “like”, accrescere il proprio intorno e generare effetti positivi sulle persone.

Personalmente inserirei “Come trattare gli altri e farseli amici nell’era digitale” tra i testi di studio della 3a media e lo farei riprendere anche nel biennio delle superiori.

Sarebbe di grande aiuto e certamente contribuirebbe a evitare molti atteggiamenti scorretti che spesso si assumono sui social perché non si è in grado di attribuire il giusto valore a questi strumenti di comunicazione.

Senza trascurare gli adulti naturalmente…

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