“Come trattare gli altri e farseli amici” è stato pubblicato per la prima volta nel 1936 da Dale Carnegie in totale autonomia e come riassunto del suo immenso lavoro come formatore motivazionale.
A mio modesto avviso è uno di quei libri che dovrebbero trovare posto nei programmi scolastici di 3a media perché completa in modo unico e sempre attuale i consigli che una persona riceve (o dovrebbe ricevere) quando inizia a uscire dal nido e a relazionarsi coi suoi simili.
In fondo si tratta di una serie di consigli molto pratici, utili nella vita di tutti i giorni e non solo nel modo del lavoro.
Non si tratta affatto di un testo per “raggirare”: farsi degli amici vuol dire intrecciare relazioni significative con le persone, che prevedano un vantaggio reciproco (negli affari) o relazioni umane ricche di esperienze positive.
Comunque la si voglia vedere, è sempre una questione di come ci relazioniamo con le persone a far la differenza tra successo e fallimento.
Certo, in un progetto di autoimprenditorialità, questo non è l’unico elemento – forse nemmeno il primo – ma è comunque uno dei più importanti: il mondo imprenditoriale oggi ragiona in termini di Tribù, di condivisione di obiettivi e risultati, di lavoro in squadra.
La professionalità, quindi, non può più prescindere dall’implementazione delle qualità relazionali: se non hai intorno a te persone decise a collaborare, con cui condividere una visione, oggi è sempre più difficile pensare di ottenere risultati concreti e duraturi.
Di “Come trattare gli altri e farseli amici” ne è stata anche pubblicata, dagli eredi, una versione dedicata all’era digitale (“Come trattare gli altri e farseli amici, nell’era digitale“), dedicata a suggerire basilari regole di comportamento da mettere in atto sui social network e non solo, con esempi pratici dedicati.
Insomma, “Come trattare gli altri e farseli amici” è una guida imperdibile che aiuta chiunque a evitare errori comuni che allontanano dal successo (qualunque cosa esso sia).